HOLD ON è l’indagine realizzata da Unioncamere PUGLIA che ha coinvolto gli operatori economici pugliesi. Oltre 50 operatori, tra imprenditori, professionisti, rappresentanti di associazioni di categoria, da tutta la Puglia hanno partecipato. Le valutazioni raccolte sono state incrociate con i dati ufficiali di ISTAT e Banca Mondiale.

Con questa indagine si è analizzato l’andamento dei costi di energia, materie prime e logistica.

Per l’energia la situazione è cambiata a partire da ottobre 2021, con il prezzo che ha superato il valore soglia che, sino a quel momento, era abbastanza stabile. La successiva invasione russa dell’Ucraina (febbraio 2022) ha peggiorato la situazione, facendo schizzare i costi dell’energia; ad oggi percepita come il raddoppio dei costi, condizione che combacia con i dati ISTAT.

Secondo gli economisti coinvolti nell’indagine, le possibili cause sono attribuibili in primis al conflitto fra Russia e Ucraina (47% delle risposte) ma anche all’esistenza di una forte dinamica speculativa globale (45%), aspetto di cui si dirà compiutamente in seguito. E’ molto indicativo della mentalità imprenditoriale, però, che al primo posto fra le possibili cause si piazzi la dipendenza energetica dell’Italia dall’estero (64% delle risposte).

Stesso discorso per materie prime e logistica, il cui andamento dei prezzi è cambiato sin dal 2021, con picchi nel 2022. Per entrambi le cause si ricollegano principalmente all’aumento dei costi energetici e alla speculazione.

Invece per trasporto su strada, i rialzi più significativi dei prezzi sono arrivati più tardi, nella seconda metà del 2022, e la causa è unicamente attribuibile all’aumento del costo del carburante.

Le difficoltà delle imprese pugliesi e le strategie adottate

La maggior parte degli intervistati ha attribuito le difficoltà delle imprese pugliesi all’aumento di costi energetici (76%) e delle materie prime (64%). Queste difficoltà hanno comportato una concorrenza al ribasso che ha rischiato di mandare alcune aziende fuori mercato; ciò ha attivato una strategia difensiva, secondo il racconto emerso da HOLD ON, che si è riversata a valle della filiera e sui consumatori, attraverso l’aumento dei costi dei prodotti finiti.1

Torneremo alla normalità?

Secondo la Banca Mondiale, nel 2023 i prezzi dell’energia a livello mondiale si sono ridotti rispetto ai massimi del 2022. ISTAT a sua volta registra qualche timido segnale anche in Italia; l’inflazione globale mediana si è attestata al 7,2% su base annua ad aprile 2023, certamente in calo rispetto al picco del 9,4% del luglio 2022, ma pur sempre molto alta. Per gli operatori pugliesi intervistati, invece, il calo dei costi non è percettibile.

Unioncamere Puglia precisa: “Il sistema regionale, quindi, è ancora in piena tempesta” “Solo dall’analisi dei bilanci delle aziende pugliesi, che saranno resi disponibili dal Registro Imprese fra alcuni mesi, riusciremo a comprendere a fondo che cosa questo scenario abbia comportato sui modelli di ricavo, sulla struttura dei costi e – in una parola – sulle prospettive di sviluppo della Puglia.”

Tutte le informazioni nel documento originale di Unioncamere Puglia

1Lo conferma anche un incrocio con i dati ISTAT: nel 2022 i beni alimentari in Italia sono aumentati mediamente del 13,1%, i ristoranti e alberghi dell’8,1%, l’arredo casa del 7,8%, i trasporti del 6,2%, i servizi di spettacolo e cultura del 3,4%, l’abbigliamento del 3,2%. E non solo. Se queste sono le medie italiane, la Puglia ha fatto perfino peggio, piazzandosi al sesto posto delle regioni italiane per il peggior dato inflattivo 2022.

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